Produrre componenti elettroniche in Vietnam: una guida per le nuove opportunità

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A cura dell’Italian Desk di Dezan Shira & Associatessamsung

Numerosi settori dell’economia vietnamita stanno crescendo rapidamente e quello dell’elettronica è forse tra i più interessanti. Dal 2011 al 2016 le importazioni sono quasi triplicate, mentre le esportazioni sono quasi quintuplicate – salendo da USD 12,8 fino a USD 65,8 miliardi. Solo nel 2015, le esportazioni relative al settore dell’elettronica sono raddoppiate. Per capire la rilevanza di questo fenomeno, basti pensare che sono occorsi quattro anni affinché il totale delle esportazioni del Paese raddoppiasse anch’esso.

La ratifica di cruciali accordi di libero scambio, insieme con forti incrementi demografici e incentivi statali, supporteranno tale crescita e costituiranno un’area molto attraente per gli investitori. Per trarre vantaggio efficacemente da questi trend, bisognerà essere a conoscenza dei recenti sviluppi nella produzione di articoli elettronici, della struttura del settore in Vietnam e prepararsi a cogliere ogni opportunità che ci si presenti davanti.

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Fatti e cifre sulla produzione di articoli elettronici in Vietnam

 Durante il 2014, l’industria elettronica costituiva il 23,4% del PIL vietnamita. All’inizio del 2015, l’industria elettronica vietnamita ha occupato la dodicesima posizione nella classifica dei maggiori esportatori mondiali e la terza per quanto riguarda l’area ASEAN. Di questo passo, si attende dal Paese una rapida scalata nelle classifiche. Di fatto, il Vietnam ha già superato l’obiettivo di USD 40 miliardi in esportazioni entro il 2017.

Domanda estera per i prodotti elettronici vietnamiti

 Nel 2014, i maggiori Paesi importatori di prodotti elettronici vietnamiti sono stati gli Emirati Arabi Uniti (USD 3,8 miliardi), Stati Uniti (USD 3,1 miliardi), Cina (USD 2,7 miliardi) e il Giappone (USD 2,7 miliardi). Per quanto riguarda le importazioni, il Vietnam importa da Cina (USD 13,8 miliardi), Corea (USD 8 miliardi), Giappone (USD 2,8 miliardi) e Singapore (USD 2,5 miliardi).

Investimenti esteri nella produzione di articoli elettronici vietnamiti.

Le società estere, in particolare multinazionali, dominano una buona parte del settore elettronico vietnamita. Durante il 2015, USD 10 miliardi in Investimenti Diretti Esteri (Foreign Direct Investments, FDI) sono stati accordati al Vietnam da parte di società multinazionali, come Samsung e Panasonic. Gli FDI detengono circa l’80 per cento del mercato locale e circa il 90 per cento delle esportazioni elettroniche avviene grazie agli FDI. Durante il primo trimestre di quest’anno, gli FDI ammontano già a USD 4 miliardi.

Nuove opportunità di investimento nel settore elettronico

 Liberalizzazione del commercio

 Società intenzionate ad investire in Vietnam possono usufruire di numerosi accordi di libero scambio (Free Trade Agreements, FTA). Grazie ad altri accordi derivanti dalla presenza del Vietnam nell’ASEAN Economic Community, il dazio medio sulle esportazioni in Europa è al momento del 2,8 per cento e per gli Stati aventi accesso alla “clausola della nazione più favorita”, il dazio medio è del 7,9 per cento. Quando entrerà in vigore l’EVFTA (EU-Vietnam FTA), la maggior parte di tali dazi verrà eliminata.

Mentre la riduzione dei dazi potrebbe scaturire nella volontà di abbassare i costi delle esportazioni, non bisogna tralasciare il concetto di “rule of origin” in ogni FTA. Al momento, le società che producono articoli elettronici in Vietnam non aggiungono molto valore alla supply chain, dal momento che la maggior parte dei materiali sono importati. Per poter sfruttare i vantaggi offerti dagli accordi di libero scambio, sarà necessaria una trasformazione sostanziale nel settore manifatturiero, poiché una maggiore quota di materiali dovrà essere prodotta localmente. Le società, quindi,  dovranno impegnarsi ad investire maggiormente e a dotare gli impianti produttivi di tecnologie più avanzate.

Incentivi fiscali

 Oltre all’abbassamento dei dazi a favore degli investitori, le autorità vietnamite offrono incentivi fiscali alle società che operano nel settore hi-tech o che sono localizzate nelle Hi-tech Zones. Le aliquote preferenziali verso queste società sono del 10 per cento nei primi 15 anni o del 17 per cento per 10 anni, contrariamente al normale 20 per cento.

Spesso gli investitori possono usufruire di ulteriori esenzioni fiscali nel momento in cui avviano un nuovo investimento nel Paese, ad esempio: un’esenzione fiscale per i primi quattro anni e una riduzione del 50 per cento per le società che rientrano nella fascia di tassazione del 10 per cento sull’imposta sul reddito societario (Corporate Income Tax, CIT – corrispondente alla nostra IRES); un’esenzione fiscale per i primi quattro anni e una riduzione quinquennale del 50 per cento per chi opera in determinati settori; un’esenzione per i primi due anni e una riduzione quadriennale del 50 per cento per chi opera in determinate aree del Paese o in specifiche zone industriali. Per quanto concerne i progetti di Ricerca e Sviluppo, il 10 per cento degli utili annuali può essere a sua volta investito in un fondo detraibile prima che l’imposta venga riscossa.

 Le riforme in atto

 Con l’obiettivo di incoraggiare ulteriormente la crescita, le autorità vietnamite stanno continuamente alleggerendo le restrizioni sui settori in cui le società estere possono investire. Per quanto riguarda il settore dell’elettronica, in linea con l’Organizzazione Mondiale del Commercio, l’unica restrizione rilevante da tenere in considerazione è quella che concerne i giochi elettronici. Nonostante ciò, la natura del settore elettronico e i vincoli della forza lavoro e delle infrastrutture in Vietnam fanno emergere numerose altre considerazioni per i potenziali investitori. L’industria elettronica in Vietnam è dominata da giganti dell’hi-tech che sono alla costante ricerca di fornitori locali adatti: ne consegue che per le PMI le opportunità sembrano derivare dalla fornitura di parti o servizi per le grandi società – aggiungendo così valore e integrando più operazioni all’interno della supply chain.

Inoltre, nel Paese manca una manodopera qualificata. Tuttavia, con l’avvento dell’ASEAN Economic Community, il problema potrebbe essere risolto dal momento che diventerà molto più facile per le persone muoversi all’interno della regione a scopo di lavoro. Il Vietnam è anche al lavoro per migliorare la qualità delle infrastrutture di modo da soddisfare gli investitori internazionali.

Secondo il World Economic Forum Global Competitiveness Report, il Vietnam occupa la 67sima posizione nella classifica riguardante le infrastrutture per i trasporti e la 78esima per infrastrutture relative all’elettricità e alla comunicazione telefonica. La qualità delle strade desta preoccupazione (93sima posizione) mentre le ferrovie sono, in un certo senso, meglio – 48sima posizione.

Per evitare di operare in situazioni critiche, si suggerisce agli investitori di stabilire le loro operazioni nelle Hi-tech Zones, che sono già fornite delle infrastrutture necessarie. In questo modo, le società possono richiedere ed usufruire di detrazioni fiscali, così come illustrato precedentemente.

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Come pianificare un efficace ingresso nel mercato

Data la rapida crescita del settore dell’elettronica, del commercio e degli investimenti registrati negli ultimi anni, non pare esserci occasione maggiormente propizia di questa per stabilire in Vietnam una base a basso costo da integrare con gli altri impianti in Asia o per creare un vero e proprio hub di produzione al centro del Sud-est asiatico. Per chi voglia esplorare il fiorente territorio per gli investimenti in Vietnam, avere un’idea chiara su dove investire e vendere beni, insieme con una conoscenza sulle modalità per trarre vantaggio dagli accordi di scambio e dagli incentivi fiscali, costituirà una ragguardevole spinta per qualsiasi progetto futuro.


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