Audit interno in Vietnam: cosa devono sapere gli investitori sul Decreto 5

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  • Le società a capitale straniero devono essere a conoscenza del Decreto 5 sull’Audit Interno in Vietnam.
  • Il decreto è entrato in vigore il 1° aprile 2019. Tuttavia, le imprese hanno 24 mesi per adeguarsi.
  • Il decreto è visto positivamente e considerato in linea con le migliori pratiche internazionali.

Il Governo ha emanato il decreto 05/2019 / ND-CP relativo all’Internal Audit in Vietnam, entrato in vigore il 1° aprile 2019.

Il nuovo decreto si applica alle autorità statali, alle organizzazioni di servizio pubblico e alle società private quotate che dovranno adottare e attuare le nuove pratiche di revisione interna.

Il decreto è in linea con le migliori pratiche internazionali e va a migliorare la trasparenza e l’efficacia della corporate governance societaria. La transizione si rende fondamentale in quanto il Vietnam continua ad attrarre maggiori investimenti esteri.

Quali organizzazioni sono interessate dal nuovo decreto?

È improbabile che la maggior parte delle organizzazioni sia interessata dal decreto, a meno che tali società non siano quotate, in partnership con società statali o forniscano servizi di audit interno. Ad ogni modo, le tipologie società coinvolte sono qui di seguito elencate:

  • Ministeri, agenzie governative;
  • People’s Committee (ente amministrativo locale) di città e province nonché unità di servizio pubblico;
  • Unità di servizio pubblico statali (comprese quelle che accantonano 858.000 USD (20 miliardi di VND) all’anno per il finanziamento di salari, stipendi, indennità e assunzione di almeno 200 dipendenti);
  • Imprese tra cui società quotate e organizzazioni con il 50 percento del charter capital detenuto dallo Stato;
  • Organizzazioni e individui che conducono attività di revisione interna.

Coloro che sono soggetti al decreto sono tenuti a completare tutti i preparativi necessari entro 24 mesi dal 1° aprile 2019 per condurre le attività di revisione interna come prescritto dal nuovo decreto.

Sebbene il decreto non sia specifico in merito a quali tipi di audit interni siano richiesti, il suo scopo è quello di incoraggiare le aziende ad adottare solidi sistemi di controllo interno e di gestione dei rischi.

Come strutturare una funzione di audit interno

Le società devono creare un comitato di audit interno che riferisca al Consiglio di amministrazione (CdA) o al Consiglio di vigilanza (CdS) e al Consiglio di direzione nell’organizzazione o nella società. Le suddette organizzazioni e società dovranno nominare un responsabile del comitato per l’audit interno. Inoltre, la nomina e lo stipendio della persona a capo del comitato per l’audit interno non dovrebbero ricadere tra le decisoni del consiglio direttivo.

Sebbene il decreto non specifichi la descrizione del lavoro del responsabile dell’internal audit, le aziende dovrebbero definire chiaramente i criteri di competenza settoriale e abilità richieste quando assumono il capo dell’audit interno, al fine che siano in linea con i requisiti del business.

Inoltre, i revisori interni devono essere indipendenti, obiettivi e non devono avere conflitti di interesse. I revisori interni devono inoltre avere da tre a cinque anni di esperienza nella comprensione delle leggi e delle operazioni commerciali delle unità revisionate, essere in grado di analizzare i dati con conoscenze e competenze relative alla revisione interna. Gli auditor dovrebbero inoltre possedere conoscenze in merito all’audit IT e le operazioni del settore.

Come possono adeguarsi le organizzazioni?

La nuova legge stabilisce che se il dipartimento per l’audit interno non dispone di risorse sufficienti con le conoscenze e l’esperienza richieste, le organizzazioni possono prendere in considerazione l’outsourcing o il co-sourcing di risorse ad uno studio professionale.

Come accennato in precedenza, il Ministero delle finanze è responsabile della definizione delle regole sull’applicazione dell’internal audit. Tuttavia, in assenza di requisiti specifici, le società dovrebbero adottare standard internazionali di revisione interna, come quelli emessi dal’Istituto dei revisori interni, purché non vadano contro il decreto.

Le imprese non sono tenute a ricevere una valutazione indipendente da terze parti, ma possono comunque utilizzare un servizio professionale per effettuare la valutazione o utilizzare tale servizio per sviluppare criteri in merito.

Sebbene non vi siano indicazioni dettagliate per lo sviluppo di un piano annuale di revisione interna, lo svolgimento e la rendicontazione esecutiva, le organizzazioni dovrebbero comprendere e fare riferimento alle migliori pratiche per fornire una guida ai revisori interni secondo le normative. Inoltre, come nel caso di un nuovo decreto, è probabile che il Ministero fornisca documenti più specifici che elencano i requisiti per conformarsi alle nuove normative.

Sebbene non vi siano indicazioni dettagliate per lo sviluppo di un piano annuale di revisione interna, di ingaggio esecutivo e di reporting, le organizzazioni dovrebbero comprendere e fare riferimento alle migliori pratiche per fornire una guida ai revisori interni secondo le normative. Inoltre, come nel caso di un nuovo decreto, è probabile che le autorita` ministeriali forniscano in futuro documenti più specifici che elenchino i requisiti per adeguarsi alle nuove normative.