Una filiera produttiva efficiente

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L’importanza di una catena di approvvigionamento efficiente

È fondamentale sviluppare un sistema industriale di supporto sostenibile aumentando il tasso di localizzazione e mantenendo una fornitura stabile di materie prime, componentisca e pezzi di ricambio per i settori industriali. Un’elevata dipendenza dalle importazioni per le industrie di supporto comporterà rischi maggiori e aumenterà i costi per le imprese.

Ad esempio, si prevede che l’industria tessile e dell’abbigliamento del Vietnam crescerà del 10% fino al 2030. Tuttavia, la produzione di tessuti soddisfa solo il 15-16% della domanda interna a causa della mancanza di fornitori nazionali di cotone. Ogni anno, il Vietnam ha bisogno di importare cotone a un tasso dell’80- 90% della domanda totale.

Secondo Deloitte, gli approvvigionamenti possono generare fino al 90% dei costi aziendali complessivi. Una gestione efficiente della catena di approvvigionamento è importante per superare le fluttuazioni economiche e le istanze di forza maggiore, come possono essere un tifone o una pandemia come il COVID-19 in corso.

La soddisfazione del cliente dipende in ultima analisi dagli approvvigionamenti. Le aziende devono gestire le proprie filiere produttive tenendo presente questo aspetto. Fattori come tempi di consegna lunghi, carenza di scorte, prestazioni di consegna puntuali e qualità dei materiali possono influire sulla soddisfazione del cliente. In questo contesto, evidenziamo quattro questioni nella catena di approvvigionamento in particolare in Vietnam.

La logistica e le infrastrutture di trasporto del Vietnam

Logistica ed infrastrutture di trasporto sono ancora meno sviluppate rispetto alla Cina. Sebbene il governo abbia investito nel potenziamento della sua rete di trasporto, il Vietnam continua a dipendere da una rete stradale inadeguata e da un sistema ferroviario obsoleto e lento. I collegamenti stradali più grandi sono costituiti da due corsie, ma non sono la norma con conseguenti ingorghi. Inoltre, le principali città, come Hanoi e Ho Chi Minh, hanno esaurito lo spazio, provocando gravi congestioni nei periodi di picco. Tuttavia, il Vietnam spende già fino al 5,7% del suo PIL in infrastrutture. È stato pianificato un investimento del valore totale di 120 miliardi di dollari USA per progetti di Public-Private Partnership (PPP) nei settori stradale e elettrico.

L’infrastruttura portuale del Vietnam

Il Vietnam ha 320 porti, anche se il trasporto di container a pieno carico in Vietnam non è completamente sviluppato. Secondo il World Economic Forum, il Vietnam si colloca all’80° posto su 139 paesi per qualità delle infrastrutture portuali con un punteggio medio di 3,80 su una scale da 1 (il più basso) a 7 (il più alto) tra il 2006 e il 2018. Ciò significa che il Vietnam è al di sotto dei paesi come Cina, India, Thailandia e Sri Lanka. Inoltre, la rete stradale e ferroviaria intorno ai porti rimane sottosviluppata, con un conseguente aumento dei costi.

Procedure doganali

Quando si importano o esportano merci, la dogana è una delle considerazioni più importanti nell’ottica di approvvigionamenti efficienti. Le merci importate ed esportate sono soggetti a procedure di sdoganamento standard. Le aziende dovrebbero essere consapevoli dei requisiti per evitare shock imprevisti sui prezzi. Le imprese dovrebbero anche considerare la possibilità di richiedere un trattamento doganale prioritario per garantire, al più, ritardi minimi dei loro approvvigionamenti.

Fornitori

Il sistema di fornitura in Vietnam è ancora in fase di sviluppo. I prodotti che richiedono un alto livello di precisione tecnica, come componentistica aerospaziale, potrebbero essere più difficili da reperire in Vietnam. Una semplice ricerca di fornitori di plastica, ad esempio, su un sito web online riporta un numero esiguo di potenziali fornitori in Vietnam rispetto alla Cina. Le imprese che delocalizzano in Vietnam dovrebbero comprendere la capacità del sistema locale a supporto delle proprie esigenze produttive.

Il sistema di fornitura del Vietnam può essere ulteriormente potenziato sfruttando i molteplici accordi di libero scambio ai quali il Vietnam ha aderito. Di seguito approfondiamo questa tematica.

Gli accordi di libero scambio del Vietnam

Gli accordi di libero scambio sono in vigore quando due o più Paesi concordano le condizioni di scambio tra i loro territori. Questi accordi determinano il valore delle tariffe e dei dazi che i Paesi impongono alle importazioni e alle esportazioni.

Nel 2007, l’ingresso del Vietnam nel World Trade Organization (WTO) ha facilitato la sua integrazione a livello internazionale, concludendo successivamente diversi accordi di libero scambio. Negli ultimi anni il Vietnam è stato molto attivo nella firma di accordi commerciali bilaterali con Paesi in tutto il mondo. Inoltre, in virtù della sua appartenenza all’Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (ASEAN), il Vietnam è diventato parte di diversi accordi di libero scambio ai quali il blocco commerciale regionale ha aderito.

Accordi di libero scambio: benefici

I vantaggi degli accordi di libero scambio favoriscono lo sviluppo economico del Vietnam, che continua a spostarsi dall’esportazione di prodotti manifatturieri a bassa tecnologia e beni primari a beni più complessi ad alta tecnologia come elettronica, macchinari, veicoli e dispositivi medici.

Ciò può essere fatto in due modi: primo, attraverso la diversificazione degli approvvigionamenti mediante reti commerciali più ampie e importazioni più economiche di beni intermedi da Paesi partner, che dovrebbero aumentare la competitività delle esportazioni del Vietnam.

In secondo luogo, attraverso partnership con aziende straniere in grado di trasferire la conoscenza e la Il Vietnam è noto come produttore a basso costo con diverse multinazionali, come Samsung e Nokia, che aprono stabilimenti per produrre e quindi esportare elettronica, ma questo illustra anche come il Vietnam può sviluppare i propri prodotti dal trasferimento di tecnologia e know-how.

Infatti, tali sofisticate pratiche commerciali e tecnologie aiuteranno a incrementare la produttività del lavoro vietnamita e ad espandere la capacità di esportazione del Paese. Con il Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTPP) in vigore e l’accordo di libero scambio Vietnam-UE (EVFTA) – il Vietnam sta dando la priorità all’integrazione commerciale internazionale con i partner commerciali al di fuori dell’ASEAN.

Questi accordi commerciali consentiranno al Vietnam di sfruttare tariffe ridotte, sia all’interno della Comunità economica dell’ASEAN (AEC) che con l’UE, per attirare le aziende esportatrici a produrre in Vietnam ed esportare verso partner al di fuori dell’area ASEAN.

L’ingresso del Vietnam in questi accordi commerciali garantirà anche l’allineamento degli standard nazionali con le migliori pratiche internazionali che vanno dai diritti dei dipendenti alla protezione ambientale. Sia il CPTPP che l’EVFTA richiedono che il Vietnam si conformi agli standard dell’International Labor Organization (ILO). L’EVFTA offrirà anche una migliore protezione degli investimenti per gli investitori attraverso l’accordo UE-Vietnam sulla protezione degli investimenti (EVIPA).

Sfide poste dagli accordi di libero scambio

Gli accordi di libero scambio possono anche presentare alcune criticità. È probabile che tali accordi inneschino una concorrenza aggressiva da parte dei rivali stranieri sulle imprese locali, in particolare nel settore agricolo, compresi carne e latticini dell’UE, dell’Australia e del Canada. Se le imprese locali non si adattano, sfruttano le nuove opportunità di mercato e le potenziali partnership con imprese straniere, potrebbero trovare difficile competere sul mercato.

Il Governo vietnamita dovrebbe inoltre continuare il suo percorso di riforme: rafforzamento del settore bancario, rimozione della corruzione, miglioramento delle strutture legali e fiscali e miglioramento dell’agevolazione degli scambi.

Crescita futura dagli accordi di libero scambio

Il Ministero della pianificazione e degli investimenti del Vietnam prevede che il CPTPP potrebbe aumentare il PIL del Vietnam di 1,3 punti percentuali entro il 2035, mentre l’EVFTA potrebbe aumentare il PIL del 15%. È probabile che questi accordi commerciali insieme agli accordi di libero scambio già firmati e imminenti garantiscano che il Vietnam rimanga competitivo nel breve e medio termine.

Interpretare il linguaggio normativo che molti di questi accordi di libero scambio adottano per precisare le loro regole e regolamenti può spesso essere complicato. Questo è spesso uno dei motivi per cui le aziende non riescono a trarre vantaggio dai benefici a loro disposizione.

Pertanto, si consiglia vivamente alle imprese e agli investitori di consultare una società di servizi professionali con una forte esperienza e presenza nella regione. Ciò consentirà l’accesso a una fonte di informazioni affidabile e chiara prima di effettuare un investimento.

Cosa sono le Regole di origine?

Per comprendere le specifiche applicate in base a un determinato accordo, una delle sezioni più importanti è quella delle regole di origine. Le regole di origine stabiliscono il metodo con cui i firmatari degli accordi di libero scambio determinano se le merci che entrano nei loro confini si qualificano per i benefici dell’accordo.

Affinché le esportazioni vietnamite possano beneficiare di riduzioni tariffarie in base agli accordi di libero scambio di cui il Vietnam partecipa, i requisiti delle regole di origine impongono che parte del processo produttivo debba essere svolto nel territorio del Vietnam. L’obiettivo di queste regole è di far rispettare l’accordo commerciale e di impedire a terzi di liberarsi dalle concessioni dei firmatari dell’accordo. Adattandosi alla natura complessa e globale di molte filiere produttive, i capisaldi delle regole di origine sono diventati sempre più complessi e richiedono un’attenta due diligence per garantire la conformità.

Affinché un bene possa beneficiare della riduzione tariffaria, deve “provenire” da un paese parte dell’accordo commerciale. Il bene può essere “interamente ottenuto” da quella nazione o soddisfare determinati requisiti nel caso in cui il bene sia “non interamente ottenuto”.

Applicabilità delle Regole di origine

Sebbene gli accordi di libero scambio costituiscano una via preferenziale per ridurre i costi di esportazione, la capacità di attingere ai loro benefici è in gran parte subordinata al rispetto di regole elaborate e delineate all’interno di ciascun accordo.

Gli accordi, lunghi centinaia di pagine, stabiliscono concessioni tariffarie specifiche e requisiti di conformità a livello di prodotto specifico. Al fine di accertare il modo in cui le merci verranno trattate, è necessario prima identificare il codice del Sistema Armonizzato (HS) che sarà designato al prodotto finito per determinare la tariffa applicabile.

Dal punto di vista della conformità, i codici HS verranno utilizzati anche per determinare i requisiti a cui un bene sarà soggetto in base a un accordo di libero scambio. I requisiti di conformità spesso riguardano il modo in cui un bene viene prodotto, come viene etichettato e le certificazioni che richiede per essere esportato e riconosciuto.

Esistono due modi in cui un prodotto non interamente ottenuto è generalmente classificato come idoneo per le agevolazioni fiscali:

  • È stato sufficientemente trasformato all’interno dei territori parte dell’accordo; e
  • Una certa percentuale del prodotto proviene da quei territori.

Lo standard per ciascuna di queste categorie varia in base all’accordo e al bene in questione. Non è raro che gli accordi richiedano che una certa percentuale di input provenga dall’interno dei territori aderenti e che le merci subiscano un certo grado di cambiamento/trasformazione all’interno della zona per ottenere le riduzioni. Inoltre, la tecnica con cui viene valutato il valore per ciascuna categoria differisce in base all’accordo e al bene in questione.

Per le aziende che vogliono trarre vantaggio dalle riduzioni tariffarie, la sfida non è solo quella di interpretare e rispettare regole complesse che determinano un prodotto originario, ma anche di fabbricare le merci in un modo che è adatto non a un singolo, bensì a diversi accordi commerciali. È fondamentale condurre un’analisi costi-benefici della produzione in conformità con le complesse linee guida degli accordi.